Dicono del nostro sito "universitadelledonne.it"


Andrea Nardo*

 

 

 

Il sito www.universitadelledonne.it è un progetto nato in modo un po' naif nel 2002, per iniziativa di alcune donne dell'associazione omonima, dietro la spinta della necessità e dell'entusiasmo di poter maneggiare direttamente uno strumento potente, il web e di incrementare le prime pagine del sito www.linda.it, esistente dal 1999, uno spazio condiviso con l'associazione Crinali. Con il tempo è diventato la vetrina dell’Associazione per una Libera Università delle Donne di Milano, nata nel 1987 dai Corsi di educazione degli adulti frequentati dalle donne e dalle esperienze dei Consultori. Oltre alle scadenze dell’agenda, alle attività, ai corsi, ai gruppi e all’elenco completo delle pubblicazioni dell’associazione, nel sito si possono trovare le rubriche che approfondiscono alcuni dei temi su cui le socie riflettono: la scienza, le nuove tecnologie, la storia, il lavoro, il mito, le religioni, la guerra, l'eredità del femminismo e ancora le recensioni di film, di libri, di mostre, la segnalazione di  eventi ed il parere di collaboratrici su fatti e notizie, nella rubrica “Pensiamoci”.

Le due responsabili del sito, Sara Sesti e Liliana Moro, che si definiscono “tessitrici del web” affermano: “Nel 2011, dopo nove anni dalla sua nascita,, il nostro sito web è divenuto uno spazio consistente e si è ritagliato un ambito consolidato nella vita della Libera Università delle Donne. Essere "web designer" per noi non significa solo costruire pagine web e legarle una all'altra in un progetto comunicativo coerente: cerchiamo di trovare un rapporto tra parole ed immagini che non sia schizofrenico, dando spazio ad artiste più o meno note. Inoltre il valore aggiunto alla pubblicazione dei testi di chi collabora al sito, ci sembra stia nella capacità di tessere collegamenti, di cucire un tessuto originale attraverso la scelta precisa di link ad altri articoli che delineino il tema in modo più ‘nostro’ e identificato; è importante che la nostra relazione come responsabili del sito sia paritetica: è un aspetto che abbiamo curato perché abbiamo capito che era condizione indispensabile per la nostra serenità e per la sua durata.”

Uno degli obiettivi principali è dunque di far conoscere artiste e studiose di diversi campi del sapere - donne generalmente meno valorizzate dei colleghi maschi - cercando di aumentare la loro visibilità attraverso le pagine del sito. In alcuni momenti emotivamente alti il sito è stato strumento di riflessione collettiva - come sulla legge 40 per la fecondazione assistita o più recentemente sul tema della violenza di genere - dando luogo a profonde discussioni che hanno generato dei ricchi dossier. Importanti, inoltre, sono le riflessioni sulla maternità e sulle problematiche del lavoro che hanno portato recentemente alla nascita dell ’Agorà del lavoro.

Un altro aspetto interessante, che a mio parere apporta un reale valore aggiunto, è che non è stato mai fatto uso di censure da parte delle gestrici del sito su quanto pubblicato, sia perché l’associazione desidera dare voce a tutte le posizioni, sia perché, a quanto affermano le curatici, non è mai arrivato materiale sgradevole.

Il progetto è quindi basato su fattori sociali che tendono a valorizzare la libera associazione di donne che desiderano condividere con attori del loro stesso genere (ma non esclusivamente)  la loro conoscenza individuale. Il sito web non ha alcun tipo di “restrizione di genere”, non è neppure necessaria una registrazione o comunque non ci sono particolari modalità per l’accesso al sito: i contenuti sono liberamente visionabili da tutti.

Il portale è caratterizzato da sviluppi di partecipazione tendenzialmente cumulativa, inteso come una incessante aggiunta di pagine, articoli e discussioni, che comportano un estensione di conoscenze diversificate e quindi l’effettivo arricchimento di uno strumento disponibile. Dal 2012 dispone anche di un profilo su Facebook.

Solo per il fatto che questo sito web esista, possiamo affermare che nel sistema sociale in cui il sito è collocato c’è una necessità di mostrare, tramite questa forma di unione femminile, che anche le donne possono attingere con più attenzione ai “sistemi” e all’approccio esplorativo come l’analizzare un sistema - sia esso naturale, meccanico, astratto, organizzativo - o contribuire alla sua costruzione. Sistemi che storicamente hanno sempre avuto gestioni e/o orientamenti  maschili.

Penso che le donne, in generale, abbiano sempre avuto una maggiore attenzione ai fenomeni emotivi e sociali assumendo un atteggiamento empatico tendente ad identificare stati mentali altrui e a rispondere con appropriate emozioni e credo che la maggiore presenza della donne all’interno di determinate posizioni e situazioni comporterà dei cambiamenti (nella più positiva delle accezioni) nelle modalità in cui le professioni potranno essere esercitate.

Nel mondo, ma soprattutto in Italia, la modalità con la quale le professioni di rilievo si svolgono è per la stragrande maggioranza “maschile”. Ritengo quindi necessario che le donne inizino a pensare che le modalità con la quale costruiranno la loro collocazione sociale futura debba essere differente da quella attuale. Mi sembra necessario valorizzare le differenze imparando a riconoscerle ed evitando la negazione o l’annullamento delle stesse: l’aggiunta di percorsi maschili e femminili all’interno di varie condizioni sociali e culturali può solamente arricchire l’espressione delle attività.

La valorizzazione della specificità femminile è l’elemento che potrebbe rinnovare e apportare cambiamenti positivi all’interno delle società, creando una nuova e migliore prospettiva di futuro e questo vale per tutte le diversità, non solo di genere ma anche fisiche e psichiche, di razza e di religione.



* Andrea Nardo è studente di Scienze della Comunicazione all'Università di Pavia

 

Fonti:

    • www.universitadelledonne.it
    • “Il paradosso dei sessi” della psicologa canadese Susan Pinker (www.einaudi.it, 2009)
    • Maccoby, E. E.,1998.  The two sexes: Growing apart and coming together. Harvard University Press, Cambridge, MA.
    • Baron-Cohen, S.,2003. The essential difference: The truth about the male and female brain. Basic Books, New York.
      Tr. it. Questione di cervello. La differenza essenziale tra uomini e donne. Mondadori, Milano, 2004.

     

    3-2-2012